venerdì 4 luglio 2008

Cittadine d'Etruria

Cittadine d’Etruria.
Infilarono uno dietro l’altro Veiano, Barbarano e Vetralla. Barbarano sembrava perfetto, con i due lati lunghi, sulla cresta tufacea alla confluenza di due corsi d’acqua, e il lato corto, espugnabile, con le mura e la porta intatte, torri quadrate e semicircolari. Dentro questi centri storici, Cristina si gettava per vicoli e stradine, curiosa di tutto. Daniele restava indietro, a lui bastava il colpo d’occhio, la vista generale da cui dedurre cosa c’era di più importante da vedere. Erano diversi. Cristina da tutti i particolari che raccoglieva lentamente ricostruiva ciò che Daniele faceva mostra di possedere già.
Esausti, nelle prime ore pomeridiane divorarono dei panini in macchina, le portiere aperte sulla campagna, baci alla birra.
- Guarda quel casolare laggiù.
- Un altro posto ideale per fermarsi, vero?
Una variante un po’ meno tosta alla fuga sull’Appennino, che si rivelava un pensiero tenace di Daniele, l’ennesino luogo ideale che additava alla sua compagna.
- Come siamo diversi – ripensò tra sé, Cristina. Lui trovava luoghi di cui appropriarsi, a lei piaceva guardarli dall’esterno e limitarsi ad immaginare come sarebbe o com’era stata la vita dentro e intorno ad essi.
- Quanti centri che un tempo hanno avuto la loro importanza a così poca distanza l’uno dall’altro.
- Questa era l’Etruria.
- Adesso sono solo borghi rurali.
- Proprio l’attività contadina, le risorse della campagna, deve aver permesso loro di non morire e, tutto sommato, resistere fino ad oggi.
- Ancora un’eredità etrusca allora?
- Direi proprio di sì.
- Oggi le grandi città non hanno più confini, con le periferie che si estendono indefinitamente, invece qui ancora possiamo entrare e uscire, attraversando le porte, varcandone le mura. C’è un dentro e fuori che possiamo percepire.
- Con un colpo d’occhio!
- E già. Vediamo la città, intorno la campagna coltivata e poi oltre la natura lasciata a se stessa. C’è come un ordine, un senso. Proprio perché c’è la città con le sue mura, riconosciamo la natura, il paesaggio fuori di essa.
- E’ stato detto…
- Ma ce lo siamo dimenticato, oppure è che diventa un’esperienza lontana, sempre meno percepibile.

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