sabato 18 dicembre 2010

Se una notte d’inverno un viaggiatore: il cittadino e la mediocrità dei servizi.

Chi è stato fortunato c’ha messo anche cinque ore per tornare a casa. Altri tutta la notte. Notte di gelo e neve e pioggia, nei pulmann, sui treni e sulle autostrade, bloccati. Il disagio fisico che abbatte il morale e avvilisce: in che Paese viviamo dove il cittadino conta così poco e manca la civiltà dei servizi proprio sulla strada, a fianco e a sostegno dei viaggiatori? Nel medioevo si sapeva che chi si metteva in viaggio era esposto al pericolo, oggi quel senso dell’impresa nel muoversi di tutti i giorni, sia per brevi che per grandi distanze, sarebbe sopito, eppure lungo le traiettorie dei nostri mezzi di trasporto sempre in realtà siamo esposti, ancor più in un paese dove la qualità dei servizi è scadente. Oggi è stata la neve: rapida è scesa a ricoprire le strade e subito s’è visto, a camminarci, ch’era infida, gelata e sdrucciolevole. Ma d’estate anche una strada di città, sotto il sole e sull’asfalto del marciapiede entrambi roventi, una strada non secondaria, può risultare una trappola per il viaggiatore, senza tettoia dove ripararsi, ad aspettare l’autobus anche mezzora, che poi dal vicino capolinea arriva già pieno che non si può entrare.
Si tratta della qualità della vita del cittadino e quindi del grado di civiltà e di benessere del Paese, che abbassa ancor di più il nostro posto nel mondo.

Colpiti dalla neve













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comunque...


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