mercoledì 12 dicembre 2007

Racconto di Natale. Terza parte


Accostato che fu, Babbo Natale non potè non sorridere all’animalesca assemblea che lo stava aspettando. La maggior parte, data l’ora, erano animali notturni e selvaggi, per quanto l’invadenza umana ancora consentiva. Qualche donnola e faina erano scese giù dalla montagna, dei topolini stavano nascosti tra le gallerie della scogliera, pipistrelli volavano in cerchio. Molti randagi, amici della notte, erano venuti, cani e gatti che per l’occasione si erano accordati ad una tregua, ma anche qualche signorino d’appartamento in libera uscita. E naturalmente gli animali acquatici, un’anguilla che scivolava dai canneti e bisce d’acqua e ranocchie. Dei tonfi annunciarono un cinghiale che rimase più indietro. Qualche lucertola pensò di svegliarsi. Anche riccetti e scoiattoli, che vollero essere per una notte un po’ meno timidi. I ragni si spostarono in basso nelle loro tele sospese tra gli alberi. Tanti piccolissimi esseri erano presenti tra acqua, terra e aria. C’era pure una scimmietta che faceva capriole sulla sabbia, e nessuno sapeva da dove era arrivata. Babbo Natale a vederla non potè fare a meno d’imitarla, perché ormai si sentiva un bambino, e volle correre e saltare, tirare i sassi sul pelo dell’acqua finchè si fermò a fare versi al barbagianni. Il gufo sui rami del salice lo apostrofò: “ Prego signor Babbo Natale, la questione è seria”.

(continua)

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