martedì 11 dicembre 2007

Racconto di Natale. Seconda parte


I primi a farsi notare furono i pesciolini che, ora lo vedeva bene, guizzavano intorno a lui, mentre con la coda dell’occhio aveva già notato il fianco poderoso di un luccio che lo seguiva a distanza. “ Veniamo tutti dall’acqua, ricordi?”, gli sembrò che sussurrassero. Ora Babbo Natle cominciava a capire che in qualche modo stava tornando indietro, verso l’origine, per questo gli sembrò che la notte rischiarasse e che ogni cosa e ogni essere potessero parlargli perché li comprendeva. Com’era stato una volta, tanto, tanto tempo fa, quando era stato veramente giovane, come lo era stato il Pianeta. L’aria ora palpitava di battiti d’ali, uccelli notturni, ma anche oscure farfalle e bianche, temerarie falene. A Babbo Natale, che ormai si sentiva un ragazzo e si meravigliava della sua lunga barba, parve che i cigni rallentassero invece di spiegare le loro magnifiche ali, anzi puntavano indiscutibilmente verso una riva vicina che sembrava affollarsi sempre più.


(continua)

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