venerdì 21 dicembre 2007

Racconto di Natale. Settima parte




Babbo Natale non aveva molto tempo a disposizione per cambiare i suoi doni, perché di questo si trattava, ora l’aveva compreso. L’aria frizzantina che si era levata, gli faceva bene, gli faceva venire delle idee. Intanto le renne, che non avevano partecipato all’assemblea perché troppo stanche, lo avevano raggiunto. Ora i cigni eleganti si accomiatavano e uno di loro nel sollevare il becco dall’acqua lasciò cadere un groviglio d’alghe sulla slitta.





Come gli uccelli terrestri abitano le cime degli alberi, così gli uccelli acquatici, galleggiando sull’acqua, abitano le cime delle lussureggianti foreste acquatiche formate dalle alghe. Mirabile adattamento. Da questo concordare di forme e funzioni, da questa variazione magistrale della natura che si ripete ma mai uguale, da uno dei suoi repertori più belli, non poteva non venire l’aiuto richiesto per Babbo Natale. In quel mucchietto di alga, che il cigno gli aveva porto cogliendolo dall’acqua di quel lago lucente, che profumo, che fragranza, stava racchiuso, una buona dose del segreto dell’universo. E forse era proprio un aroma, un profumo, l’unica cosa che quella notte Babbo Natale avrebbe potuto aggiungere in fretta ai suoi regali.

(continua)

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