venerdì 14 dicembre 2007

Racconto di Natale. Quinta parte


Babbo Natale ora stava fermo. Come i bambini, che sono così seri e attenti, quando vogliono capire il mondo che ancora non conoscono. Ma Babbo Natale no, il mondo lo conosceva, era stato sempre con lui, ma ecco aveva dimenticato. Aveva dimenticato l’origine, la comunanza, la solidarietà. Questa notte gli aveva regalato di tornare indietro, di ricordare com’era quand’era bambino. Eppure ancora non ricordava bene, il dove, come e quando tutto era cominciato, ma era certo che aveva a che fare con i bambini. I bambini che in tutto il mondo lo stavano aspettando, mentre gli adulti erano in verità assai distratti.
Il gufo parlò ancora. Parlava a nome degli animali di tutto il mondo, in particolare delle specie più minacciate, quelle sul cui capo pendeva il pericolo più grave, il pericolo dell’estinzione. I leoni sugli altopiani africani, le tigri siberiane, gli orsi polari, nelle loro tane tra i ghiacci, i lupi sulle montagne, le balene, le foche e le tartarughe nei mari, i pappagalli tropicali e tante altre specie, e le foreste e i fiumi e i mari anch’essi malati o in pericolo, si unirono all’unisono al gufo in un sospiro tuonante di protesta che investì Babbo Natale.

(continua)

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