venerdì 23 settembre 2011

Gli italiani devono fare i conti con la dignità e l'etica

L’aggravarsi della nostra situazione finanziaria ha fatto decidere molti ad abbandonare il sostegno al governo Berlusconi, chidendone le dimissioni, dal Corriere a  Marcegaglia, il Sole24ore e Stefano Folli, in quanto delusi e ormai disillusi dalle sue promesse, paventano il peggio per il paese. Anche loro, che avrebbero dovuto essere accorti, si erano fatti irretire dal grande illusionista, magari pensando ai  vantaggi che la loro parte ne avrebbe ricavato.
Ma ancora nel paese ci sono altri che aspettano di sentire nuove roboanti promesse, non hanno strumenti per sottrarsi all’imbonitore e aspettano che tiri fuori  i pacchi con le sorprese da aprire.
S’è detto che  è un tratto del nostro carattere, un fatto genetico, abboccare agli imbonitori,  come quando giravano per le piazze dei paesi con i loro palchi improvvisati cominciando a regalare e poi a venderti il nulla, per poi scappare in fretta prima che i malcapitati si accorgessero di avere le tasche vuote e niente in cambio.

Fosse solo questo ma in generale gli illusionisti sono anche dei grandi corruttori se aspirano al potere. 
C’è nel nostro paese una grande questione morale che si affianca  strettamente alla crisi economica ma essa è vista meglio fuori di noi, in Europa e nel resto del mondo. Nel deficit di credibilità della nostra leadership nei confronti dei mercati e della finanza internazionali, infatti, la critica morale – l’impresentabilità del premier - e quella per l’inettitudine mostrata nel gestire la crisi si mescolano e si  rafforzano l’una con l’altra.

Una parte degli italiani, invece, non riesce a vedere questo, un’altra parte sta con il premier perché  s’identifica con lui e non vuol sentir parlare di questione morale. Si minimizza, ad esempio, sulla considerazione delle donne e del sesso  che è stata mostrata al paese, quando invece è invasiva e strutturante perché induce a comportamenti conseguenti. Abbiamo dato spettacolo di un paese che non è capace d’indignarsi, di proclamare il rispetto e i diritti della persona.

Allora la sconfitta del berlusconismo  perché il paese rinasca davvero non potrà non passare anche da qui, da un esame di coscienza collettivo, con la  caduta dei cinici opportunisti e  dei falsi liberi costumi.
Il parlamento comprato è ormai un bunker superblindato, né possiamo augurarci il precipitare della nostra situazione economica, nè possono essere i tribunali la soluzione.
 Dunque con la sfiducia dei grandi gruppi  che l’hanno fin qui appoggiato, di cui si diceva all’inizio, occorre un forte movimento popolare affinchè l’opinione pubblica che ancora lo sostiene sia costretta  a recedere. Perché questo accada  bisogna che venga fuori l’anomalia innanzitutto morale di questa parte del paese.

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