Costretto, grondante sangue: la chiede l’Europa e una storia dei conti pubblici alle spalle di cui lui, che governa ormai da tre anni con una maggioranza iniziale mai prima posseduta da un governo della repubblica, non si sente responsabile, poi la crisi globale naturalmente. Le cicalate e l’ottimismo del giorno - dell’attimo - prima del paese che non c’è o meglio del paese dei balocchi l’incantatore pensa di nasconderli come fazzoletti colorati nel cilindro.
Farebbe più pena lui, costretto alla decisione, di noi che verremo stangati. L’autoreferenzialità di questo premierato non s’attenua (e se proprio volessimo prendercela con qualcuno c’è pronto accanto il ministro dell’economia, difatti è lui il destinatario di qualche critica dei giornali governativi).
Ma intanto noi pubblico dello psicodramma a guardarci tra noi vedremmo che siamo rimasti in mutande.
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