giovedì 24 giugno 2010

Il mondiale degli allenatori

Maradona e Lippi.
Il nostro allenatore s’è preso tutta la colpa e ha fatto bene perché aveva puntato sul gruppo piuttosto che sulla qualità dei giocatori. Già, ma ce n’erano di giocatori di qualità che non sono stati chiamati? Un Totti, un Cassano almeno.
Maradona ha sempre detto che il giocatore di talento “può sempre fare la differenza”. E ha impostato la sua Argentina su Messi.
Da qualche mondiale a questa parte in Italia, invece, i giocatori di genio sono anche “maledetti”: dipinti come caratteri difficili che minano la coesione della squadra e creano solo problemi all’allenatore.
Ma il gioco del calcio è bello anche per questo, per l’opposizione oppure la sinergia tra il gruppo e le grandi individualità, ancora una volta metafora della vita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma Lippi è una primadonna, e non avrebbe mai portato persone più primedonne di lui.

Etichette