giovedì 17 giugno 2010

Capire l’Italia: quale cultura?

Se i nostri centri storici affondano perché hanno perso l’identità o sono abbandonati, o colpiti dal sisma come a L’Aquila, qual è il modo per recuperarli?
Quelli delle città più grandi o importanti hanno perso l’identità da quando non sono più come in passato intreccio vivo di strati sociali, il palazzo del nobile accanto ai caseggiati dei poveri, le strade che appartenevano alle arti e ai mestieri, come via dei chiavari o dei cappellari a Roma. I poveri sono stati a suo tempo sfrattati e respinti nei quartieri periferici e nelle borgate. Le case dei grandi centri storici sono diventate allora il luogo della speculazione immobiliare, appannaggio di ricchi uomini d’affari, personaggi famosi e quali regali delle cricche. I centri minori invece sono spesso stati lasciati dai loro proprietari per case più nuove e confortevoli costruite fuori dagli antichi perimetri.
Proprio nei piccoli centri qualcuno ogni tanto manifesta il desiderio di recuperarli. Come? Organizzando una pasta e fagioli, o fagioli e salsicce, comunitaria per i vicoli deserti. Oppure ricordando il borgo di pescatori, magari appendendo le reti e via dicendo.
Non è questo il modo, non è richiamando ciò che era e non è più, non è rispolverando le piccole tradizioni o riti ormai morti, semmai ci furono, come fa la Lega in riva al Po o ci s’inventa di sana pianta nei comuni lombardi.
Se nei nostri centri storici è nata la nostra identità, quel sacro luogo, che gli antichi segnavano e su cui la città sarebbe sorta, da cui tutto è partito, dobbiamo volare più in alto verso un più alto senso di attività culturali, per il quale la cultura non è richiamo sterile al passato ma progetto per il futuro. Allora i piccoli come i grandi centri, restaurati e ripuliti, devono diventare proprio loro i luoghi della cultura: biblioteche, musei, aule d’incontro e convegni non avranno mai miglior sede che dentro i centri storici. Quanto bene può fare per i giovani una biblioteca, un cineforum ed altro dentro il borgo antico, piuttosto della faciolata.
Negli antichi borghi, nei centri storici delle antiche città sono le nostre radici e da essi possiamo trarre il maggior senso civico e aspirare alla cultura nel senso più alto, come sete di conoscenza e di promozione umana.

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