mercoledì 26 novembre 2008

Bell'Italia


La sponda di un laghetto vulcanico dell’Italia Centrale in un pomeriggio d’estate.
E’ inutile aguzzare la vista, è proprio così: non c’è nemmeno un casolare.
La strada principale per arrivarci pur essendo asfaltata non è delle più agevoli e poi ci sono altre strade… - sento ancora gli improperi del guidatore di una normale quattro ruote e della comitiva di quel pomeriggio - probabilmente più antiche, strade bianche e acciottolate, che però ti fanno entrare dentro il paesaggio.
Già l’estate per un verso è la stagione dell’atemporalità, quando per il caldo tutto si ferma e ristagna e una simile visione potrebbe essere ora o duemila anni fa, se non fosse per la nostra intuizione interna a priori con cui Kant s’affaticava a definire il tempo.
Così potrebbero essere etruschi a sbucare dalla macchia, o signori feudali intenti a un’oscura battaglia di cui s’è persa la memoria oppure sopravvive nelle carte rinsecchite di un archivio.
Certo oggi è un oasi che ristora la vista, quando la cementificazione non s’è arrestata, anzi avanza giorno dopo giorno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mia cara,
non riconosco il lago della foto. Qual è?
Lilla

Anonimo ha detto...

Piccola Dorrit, hai presentato una visione di questa nostra Italia, presuppongo, dato che parli di Etruschi, che è veramente splendida, così incontaminata e senza tracce di cementificazioni. Fa quasi sognare! Ormai nella nostra bella Italia penso che posti così ne esistano ben pochi.Invece sarebbe bello, ancora come una volta, camminare, viaggiare e ritrovarsi di colpo davanti ad uno spettacolo del genere. Ci si sentirebbe ripagati da tutte le angustie economiche e sociali che ci circondano, e che hanno reso la nostra vita, solo una corsa verso l'ultimo giorno del mese, se si riesce a raggiungerlo! Inotorno alla mia città, un tempo c'erano tanti posti del genere, ma il mare della speculazione edilizia li ha sommersi tutti ed esiste solo cemento. Se hai altre foto come questa, ogni tanto aggiungile al tuo blog. Molti lettori te ne saranno grati. Mi hai fatto ripensare ad un racconto di Fantascienza, che si svolgeva su un'astronave, che portava una famiglia verso un mondo lontano e i genitori avevano portato con loro degli album di foto della terra, perchè i loro figli non dimenticassero il pianeta da cui erano partiti. Forse, in un domani non molto lontano, anche noi senza allontanarci dal pianeta avremo bisogno di foto che ci ricordino com'era prima la nostra terra.
un terrestre che ama ancora la sua Terra.

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