martedì 14 agosto 2012

Come Londra ha chiuso l'Olimpiade 2012

E’ cominciato con le ciminiere e l’assistenza sanitaria – sempre molto concreti questi inglesi – e poi s’è concluso con la musica rock… e l’obiettivo è stato centrato in pieno. Questa è stata più che mai l’Olimpiade della città e la Londra che si è così presentata nel terzo millennio vuole ancora far parte non solo dell’ombelico del mondo ma anche della sua testa e del suo cuore, quindi centro di elaborazione culturale come furono le antiche capitali, quando la civiltà era prodotto cittadino come fu per Atene, come per  Roma… anche se l’impero britannico non è più.
Allora tutte le coreografie sono state stracolme d’icone cittadine, dai bus, taxi  e cabine telefoniche ai monumenti e palazzi caratteristici che incorniciavano ad esempio il campo del beach volley e ispiravano  le forme degli ostacoli nelle gare d’equitazione.
Anche se i Beatles erano di Liverpool e hanno costruito il loro sound a contatto con i marinai che venivano dall’altra parte dell’oceano e Freddie Mercury era nato a Zanzibar, Londra è stata il terreno di cultura e il melting pot del pop rock e rivendica questo suo contributo alla cultura del secondo Novecento che si riversa ancora fecondo nel terzo millennio, un contributo che si è espresso principalmente attraverso la musica, senza trascurare elementi collaterali come la moda: questo si è inteso affermare con lo spettacolo di chiusura dell’Olimpiade del 2012.
Una cultura ancora capace di aggregare, assimilare, fare business,  ma forse soprattutto divertirci, liberarci e capace di farci provare ad acchiappare quell’araba fenice che  stava al centro dello stadio olimpico.

Nessun commento:

Etichette