mercoledì 9 gennaio 2008

Quer pasticciaccio... de la monnezza

Al bambino che gioca nel giardinetto calpestandolo senza riguardo, la padrona di casa rimprovera i danni dalla finestra. Il monello, ancora in età prescolare ma già padrone del mondo, le grida di rimando: “Corpa tua”, zittendola. Il vero sport nazionale, in un paese confessionale qual siamo, è l’attribuzione delle colpe, altrui. Ultimo esempio l’affare intricatissimo della monnezza. Le responsabilità da distribuire tra autorità locali, regionali e del governo, tra le istituzioni e i singoli cittadini, tra l’illegalità organizzata e quella diffusa.
Al telegiornale intanto una donna di Napoli dice: “Ormai esco con l’ombrello per ripararmi dalla monnezza ma fino a quando l’ombrello mi riparerà?”. Potente immagine apocalittica, in un corso planetario sconvolgente: dal diluvio, il fuoco, la manna alla monnezza! E il giornalista di Mody’s sceso dall’Olimpo per dirci la sua, anzi la loro, in un plurale rigorosamente maiestatis, a Ballarò, mostra di ricordare ancora la vitalità e la creatività italiana, riconoscendola nella gente in strada della Campania.

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