Che cosa ci aiuti di più a ricordare nel tempo d’estate: il
sapore di un frutto, odori e suoni ma forse più di altro sono gli effetti di
luce. La luce così forte che crea giochi e contrasti con l’ombra, all’aria
aperta come in un interno; com’è strano allora che dal fissare delle foglie che
si agitano sui rami, o dalla penombra creata in una stanza dalle imposte
accostate, siamo trasportati in un tempo remoto dove quel sottile gioco della
luce ci riconduce, sottile proprio com’è
il filo che ci guida nel labirinto della memoria, in quei luoghi scuri
improvvisamente rischiarati e richiamati alla nostra percezione. O forse
ancora può essere il vento a
trasportarci: le folate ora fresche ora calde attraverso i vestiti leggeri,
brividi sulla pelle, che ci rimandano a sensazioni già provate.
Com’è strano allora che proprio tutto questo pulsare di vita
intorno a noi e dentro di noi, che è il tempo d’estate, abbia il potere di far
rivivere ciò che è morto, cioè il tempo passato. E che dalla fisicità delle
condizioni che innescano il nostro ricordare trapassiamo a ritrovare gli
affetti per coloro che più abbiamo amato.
1 commento:
Il tempo d'estate vissuto all'aria aperta, con giornate più lunghe e piene di luce, favorisce di più gli incontri tra persone, ed occasioni di riflessioni quando si è soli a contemplare all'aperto,magari sdraiati su di un prato verde, o sulla sabbia del mare.
Ciò fa rivivere i momenti felici del tempo passato ed i ricordi, come tu sottolinei, riaffiorano nella nostra mente trasportandoci di nuovo nella felicità di un tempo.
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