sabato 6 febbraio 2010

La libertà delle donne

Un altro romanzo, dopo i tre pubblicati a formare la trilogia del Millennium, e forse un quarto lasciato inedito, si va componendo questa volta nelle pagine di cronaca, ma sempre nei medesimi luoghi di Stoccolma. Hanno cominciato i suoi colleghi giornalisti a dire che Stieg Larsson non sapeva scrivere, che i suoi articoli andavano riveduti e corretti e a buttare là l’ipotesi che il Millennium sia per lo meno una fatica a quattro mani, le altre due essendo quelle della sua compagna Eva Gabrielsson. Il caso però è reso più complicato da un rilevante aspetto economico sociale: Stieg è scomparso improvvisamente prima del successo di pubblico della trilogia e siccome non era sposato, pur dopo una convivenza di oltre trent’anni con Eva per la legge svedese – in questo uguale come da noi - ad ereditare, compresi i diritti sull’opera, sono stati soltanto il padre e il fratello. Ci sono gli avvocati delle due parti che stanno lavorando ad un accordo di compromesso.Non ho ancora letto Uomini che odiano le donne e i due romanzi successivi ma l’ulteriore vicenda umana raccontata dai giornali mi ha fatto pensare a Film blu di Kieslowski.
Anche il regista polacco ha composto una trilogia che, ispirata ai valori dichiarati dalla rivoluzione francese, richiama nei titoli il tricolore: il blu per la libertà, il bianco per l’uguaglianza e il rosso per la fratellanza. In Film blu, dunque dedicato alla libertà, la storia esemplare è quella di una donna che avendo perso in un incidente, che l’ha vista unica superstite, il marito e la figlia, non riesce inizialmente a reagire e a tornare alla vita.
Eva Gabrielsson racconta in un’intervista che alla morte improvvisa del compagno - non hanno avuto figli – ha attraversato uno stato di grande abbattimento: non riuscivo a mangiare e, per dormire almeno qualche ora, mi sdraiavo per terra. Come un animale. Gli amici non se la sentivano di lasciarmi mai sola. Ci sono voluti 12 mesi per riprendermi.
Di Julie/Juliette Binoche andiamo lentamente scoprendo nel film che dietro il marito, affermato compositore, c’era in realtà la sua creatività. Così una parte di lei le era sembrato andarsene con lui, e ciò può essere all’origine del suo annientamento profondo. Il suo percorso di rinascita passa perciò attraverso il palesare e far accettare prima di tutto a se stessa e quindi al mondo questa verità nascosta; passa in ultima analisi attraverso la conquista della libertà, di disporre in prima persona del proprio valore!
La compagna di Stieg Larsson ammette di averlo aiutato in diversi modi, ma nega che non sia lui l’autore dei romanzi. E’ architetto e dice in particolare: Il mio apporto maggiore è stato dargli il mio studio sullo sviluppo urbanistico di Stoccolma (mi aveva impegnata per più di un anno). “Posso averlo per il mio libro?”. “Certo, è finito”: così Stieg l’ha incorporato in varie parti della trilogia. Ho collaborato anche ad altre ricerche sulla politica, sui gruppi neonazisti, però il grosso delle informazioni l’avevamo raccolto durante tutta la vita.
Ho chiesto ad un’amica che ha letto la trilogia, e tempo fa me l’aveva consigliata, cosa ne pensasse: Si sente una mano femminile? Mi ha risposto di sì, che l’argomento della violenza sulle donne che infine trova la giusta vendetta le sembra sia proprio dalla parte delle donne. E’ proprio con questa motivazione che la Gabrielsson ha ricevuto l’anno scorso a Madrid un premio a Stieg Larsson, assegnatogli dal Consiglio superiore del potere giudiziario, il Csm spagnolo, per il suo importante impegno contro la violenza verso le donne.
Quanto Eva ha in realtà collaborato alla trilogia ed è oggi doppiamente beffata dalla legge che le nega ogni diritto sull’opera? Ancora una volta sono le donne a subire maggiormente le conseguenze negative delle convivenze di fatto.
Ci sono state molte donne nella storia del mondo che sono state personalità creatrici che però hanno dovuto restare dietro agli uomini, consigliere e collaboratrici nell’ombra, perchè la società, i costumi e la morale ne hanno limitato la libertà d’espressione.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Spesso le leggi sono ingiuste e discriminanti. Come si a togliere ad una donna (ma anche ad un uomo) vissuto tanti anni accanto ad una persona, il diritto di essere stato il partner, forse anche il collaboratore delle sue fatiche, soltanto perchè non è stato compiuto un atto civile?
un uomo che vive "more uxorio"

Anonimo ha detto...

E' molto triste sentire queste storie: un uomo nel pieno delle sue facoltà che muore per qualche rampa di scala e la sua donna, che ha vissuto con lui e per lui tanti anni, a cui non viene riconosciuto nessuno dei diritti che le spetterebbero. La società, molte volte è assai dura! Ma non contano le testimonianze di coloro che li hanno visti vivere insieme?

Anonimo ha detto...

Non hai letto"Millennium"?; fallo subito, è molto intrigante, sia per i personaggi, che per le situazioni, che per le ambientazioni.
un consiglio spassionato

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