martedì 23 febbraio 2010

Capire l'Italia


Piccola Dorrit dal Gran Sasso

Capire l’Italia. E come potremmo senza la geografia, senza guardare la carta della nostra penisola. In particolare in una versione che la disegna dall’Europa all’Africa, cogliendola così nel suo protendersi nel Mediterraneo.
E la storia della sua formazione geologica rafforza l’immagine. Una grande collisione tra Europa e Africa all’incirca all’inizio del Cretaceo superiore, dai cento ai cinquanta milioni d’anni fa, ha prodotto nel tempo la formazione delle catene montuose che fanno l’ossatura dell’Italia, le Alpi e gli Appennini, le prime grosso modo la componente europea, i secondi quella africana. Le rocce del fondo oceanico, compresse, accavallate e sollevate a seguito del’urto, emersero in tempi diversi. Cominciarono gli isolotti che avrebbero formato l’Appennino meridionale, poi le Alpi mentre fu più a lungo sommersa quella che diventerà la pianura padana. Le cose furono molto complicate perché inizialmente gli Appennini si formarono tra le Alpi e la Spagna meridionale. Ci fu una rotazione che diede loro la posizione attuale e si formò il mar Tirreno, alla fine del Cretaceo, circa cinque milioni di anni fa, Urto di continenti, sollevazione del fondo marino, rotazioni e formazioni di mari stanno dunque all’origine della nostra terra eccezionale, veramente trait d'union tra Nord e Sud, tra Europa e Africa nel Mediterraneo. Quale del resto appare inequivocabilmente a guardare la carta.

Dalla catena delle Alpi che ci protegge dai venti freddi del Nord, e pure ha protetto i nostri confini perché difficile da attraversare; dalle valli alpine alla grande pianura del Po, il fiume che raccoglie con i suoi affluenti le acque che discendono da quelle montagne, che l’hanno così accresciuta con i loro detriti, scendendo giù fino alla Sicilia passando per la montuosità continua dello stivale dove l’Appennino intanto la divide in due tra est e ovest: queste montagne e con esse le loro valli, i fiumi, i passi e le cime, sono i luoghi primari e i motivi per cui le antiche genti italiche hanno potuto insediarsi e restare separate mantenendo le proprie identità - più o meno riportabili alle regioni attuali - trovare di che prosperare ma anche comunicare; in essi sta la ragione primaria della diversità italiana, del suo essere tanti popoli e uno solo.
Così già la geografia ci spiega il “destino” dell’Italia: la sua conformazione ci fornisce la prima comprensione della sua storia interna, cioè della dinamica delle sue popolazioni originarie e delle culture e civiltà che queste hanno saputo sviluppare, distinte e pure interagenti tra loro; la posizione nel Mediterraneo ci dà conto degli influssi esterni fondamentali degli altri popoli mediterranei, imprescindibili per comprendere l’importanza e la grandezza della storia umana che la nostra terra ha saputo interpretare da protagonista e dal Mediterraneo volgerne i valori all’Europa.

1 (continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Interessante questo viaggio attraverso l'Italia: dovrebbe essere seguito da molte persone, specie da quelle che giudicano la geografia ina materia superflua.

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