sabato 5 dicembre 2009

Presepio








Fare il presepio è una passione e chi la coltiva sarà senz’altro al lavoro in questi giorni.
Io ho già finito. Tutto cambiato – o quasi – quest’anno. Una base di scatole di legno a lato della porta e attaccata al muro, che normalmente fa da piano d’appoggio, su cui il mio presepio è cresciuto: la capanna sotto e poi a salire la città con le mura merlate e le case sempre più piccole verso l’alto e infine la cima di un’unica grande montagna- mondo. La capanna, e dentro la capanna il bambino, che regge il mondo.
Buon lavoro a tutti i presepiari.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit,
anch'io sono un "presepiario", come tu dici e condivivo appieno il tuo interesse e piacere nel costruire ogni anno questo simbolo, nato cristiano, ma che spesso è soltanto fine a sè, a questo piacere che si ha nel realizzarlo. L'ho completato da poco, aggiungendo un pò di farina a m' di neve (non mi piace usare i materiali artificiali che si trovano in giro).
Buon Natale

Anonimo ha detto...

Mi piace sentire parlare del presepio e del modo di costruirlo. Io non l'ho mai fatto ed ogni anno penso sempre che sarà l'anno buono per cominciare. Poi la mancanza di tempo mi fanno desistere dall'impresa, che sicuramente sarà molto onerosa, specie per chi si cimenta una prima volta. Chissà se quest'anno mi deciderò?
Viva i piccoli presepi fatti nelle case negli angoli più impensati su supporti a volte aleatori, che si reggono per miracolo, ma che danno tanta gioia a chi li fa.

Anonimo ha detto...

cara Dorrit,
chissà se coloro che costriuscono un presepio hanno mai pensato che esso è uno dei simboli più forti e una realizzazione materiale di quello che è la vera intregrazione umana: davanti alla capanna s'inginocchia la più variegata umanità, dai re stranieri ai poveri pastori, dal commerciante all'artigiano. non si guarda il loro colore, la loro etnia: sono tutti alla pari davanti al Bambinello. Bisognere riflettere su questo!
Viva il presepio.

Anna ha detto...

Cara Dorrit,
sono una ragazza di tredici anni, che ha sempre avuto la passione per fare i presepi, ma i miei genitori non me lo permettono quasi mai, perchè preferiscono farlo loro dicendo che io sono una pasticciona. Ho letto la descrizione del tuo presepio e mi è molto piaciuta e l'ho fatta leggere anche a loro. Anzi ho detto se lo fa cevano allo stesso modo. Chissà!
Anna

Anonimo ha detto...

Chi fa i presepi si ricordi che esso non soltanto un aggregato di elementi eterogenei, volti a formare un paesaggio più o meno connotato, ma è un espressione d'amore verso Gesù e la sua venuta al mondo, è un atto di fede e come tale deve essere considerato.

Anonimo ha detto...

Fare il presepio è un atto gratificante, che ti riporta indietro agli anni della fanciullezza, delle favole, dei sogni: tu puoi costruire il paesaggio che vuoi, mettere i personaggi che più ti piacciono, anche inventandoli; sei il solo gestore di quel piccolo luogo,paese, campagna, monte, acqua; esso è tutto a tua disposizioone, lo puoi gestire come vuoi, sei un re. Credo che il fascino di esso e della gioia che dà nel realizzarlo, specie se ne esci soddisfatto, è tutta qui:HAI QUALCOSA DI VERAMENTE TUO.

Anonimo ha detto...

-da anonimo-

Ho avuto il piacere di leggere la pubblicazione di quest’anno sul presepe.
Descrive minuziosamente il posto che gli hai assegnato nella tua casa ed il significato simbolico che vuole esprimere nella sua forma.
Si coglie l’amore e la cura che profondi sia nell’approccio che nella preparazione, per caratterizzare il sentimento religioso che tu vuoi dare al tuo presepio.
La posizione vicino alla porta d’ingresso di casa, la forma che tende a svilupparsi verso l’alto, vogliono comunicare subito a chi varca la porta, l’atmosfera di gioia natalizia che vi regna, per predisporre l’animo a pensieri miti e sereni e a sentimenti di pace e fratellanza.

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