sabato 22 agosto 2009

L'Unità d'Italia

“questo matrimonio non s’ha da fare, né domani né mai”
Da I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Oh il matrimonio c’è stato, e siamo arrivati al centocinquantesimo anniversario delle nozze! Ma i festeggiamenti non s’hanno da fare: così i bravi leghisti.
Cos’era il romanzo se non la storia di un’ingiustizia, un soppruso, raccontato dai presupposti fino alle ultime conseguenze? I prepotenti che vogliono imporre la loro volontà, il loro capriccio o un loro oscuro disegno, non mancano mai in questo Paese ed oggi si avvalgono dei mezzi della propaganda, dei media a loro disposizione, per darla a bere di rappresentare un parere condiviso della maggior parte degli italiani. Ma non è vero per niente.
Le fiamme d’agosto! Non basta il caldo ulteriore sopraggiunto: ci hanno evocato le forze del male, consessi di diavoli: ma dove, da quale parte? Chi ha indurito i cuori, a far negare quel soccorso in mare che dev’essere stato agli albori della civiltà, dell’umana solidarietà?
Vogliono farci credere che l’idea dell’Italia è in pezzi: è l’ignoranza del passato come del presente, perchè memoria storica e memoria individuale sono altrettanto fondamentali per la comprensione della realtà che ci circonda, questo ci fa davvero paura. Ogni volta che si vuole imporre qualcosa si cerca di mistificare la storia, di riscriverla a proprio uso e consumo.
Che la storia dell’Italia dall’Unità ad oggi abbia anche i suoi errori, le sue mancanze, le sue pagine buie, come del resto per molte nazioni, perché confondere ciò con l’idea dell’Italia, della patria comune?
Eravamo italiani già molto prima del 1861: quando ancora eravamo italici e romani; già prima che fosse l’Europa; quando poi gli europei chiamavano italiani i veneziani, i genovesi o i fiorentini e l’Italia come nazione era di là da venire: divisa in stati e staterelli, molti in mano o sotto l'influenza di principi stranieri (mentre nelle carte delle cancellerie europee risultava ancora il Regno d'Italia del Sacro Romano Impero, che dopo la fine dei carolingi era toccato a Berengario, marchese del Friuli...).

Riproduzione da originale di fine 800. Edizioni grafiche Tassotti. Bassano del Grappa!

Questa eccezionale penisola, una stretta striscia protesa verso sud nel Mediterraneo, tutta “monti e vallate”, dove diverse popolazioni avevano potuto, proprio per la conformazione geografica, mantenere la propria individualità regionale e nello stesso tempo partecipare ad un humus comune, quell’italianità, che il mondo, dal di fuori, ci ha sempre riconosciuto. Proprio le diverse etnie, i diversi individualismi sono stati la fonte della mescolanza da cui si è sviluppato il genio italiano, così grande e così duraturo.
Dobbiamo ogni volta ritornare su queste cose? Ebbene facciamolo. Non lasciamo passare gli attacchi all’identità nazionale, specie quando come oggi si basano sull’egoismo, la negazione della fratellanza tra i popoli, l’ignoranza e il travisamento della storia.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit,
come ci ha rattristato noi, spero, non pochi italiani -che ancora credono in questa parola- scoprire che il nostro governo fa di tutto per screditare, annullare, quello che è stato il momento più importante della nostra penisola. Senza perdersi in sentimentalismi, io credo che sia il caso di dire, che l'Italia, nel periodo risorgimentale, ha raggiunto quello che altre nazione avevano raggiunto da secoli: l'unità delle genti, anche se diverse, che abitano la penisola dal nord al sud, chiuse dentro la cerchia delle Alpi. E' il momento in cui ha potuto dichiararsi nazione, alla pari con le altre. Adesso questi leghisti di ....vogliono cancellare tutto, anuullando proprio, un pò alla volta, quel sistema che ha permesso loro di legiferare: sono le leggi dello Stato italiano che hanno permesso loro di sedere dove oggi siedono; è il popolo italiano che ha dato loro la facoltà di promulgare. Deve, allora, il popolo italiano e non solo leghista, pentirsi amaramente della sua scelta?

Anonimo ha detto...

Esimia bloggista,
possibile che voi "italiani" vediate sempre negativamente quello che il popolo leghista decide! Non vi piace risparmiare un po di soldi in questo momento in cui tutta l'Italia va a rotoli? Per questo noi vogliamo che le cerimonie per l'unità non avvengano in modo clamoroso, ma siano contenuti nelle spese. Non siamo come il governo precedente che spargeva i soldi dello stato per cose futili.

Anonimo ha detto...

Esimia bloggista,
riprendo le parole del commentatore precedente, ma per rifiutare tutte le sue affermazioni. Alcuni di noi non si rendono conto che il valore e la forza di un paesa sta soprattutto nell'atto di coesione tra le varie etnie che lo formano.L'antico proverbio "l'unione fa la forza " non sbaglia mai. Perchè allora, voler sottovalutare il momento aggregatorio per eccellenza del nostro paese, e coiè, proprio quello dell'Unità d'Italia? Credo che in questo nostro paese bisognerebbe rifare un pò di teste!

Anonimo ha detto...

mi associo all'ultimo commento: qui si vuole far sparire il concetto di patria.

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit,
non pensi che qui si fanno tante storie per le celebrazioni dell'Unità, e ci si dedichi molto di meno a cercare di migliorare o almeno mantenere uno "status quo" in questo paese, così messo alle strette da tanti punti di vista: sembra diventato un pollaio, con tanti galli che pensano a beccarsi gli uni con gli altri!a

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