mercoledì 27 maggio 2009

Il battito della natura


E’ stata una primavera piovosa ma tiepida. Le campagne d'Italia ne hanno goduto. Il verde ha potuto crescere ed espandersi nelle sue diverse gradazioni dai piani alle alture in questi nostri paesaggi mai rettilinei, sempre linee spezzate e curve rincorrentisi fino all’orizzonte.
Muoversi tra la campagna e la città, e mentre in questa il tempo degli affari umani tende ad un'inflessibile ripetitività, annotare le differenze attraverso gli occhi, nei suoni, negli odori e dentro di noi, con l’aria più fina per la quale ci accorgiamo che anche i nostri polmoni si beano.
Poi il caldo improvviso, smodato per la fine di maggio, che ha fatto maturare rapidamente e virare ai toni del giallo i verdi d’aprile. Eppure ancora bella la campagna spigata e ancora gonfia, punteggiata dai papaveri rossi.
Come tutto, a volte, cresce velocemente e corre alla sua fine, allegramente però, come una festa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono stati i nostri paesaggi, soprattutto del nostro meridione, ma non solo, che tra il settecento e l’ottocento hanno attratto pittori venuti dal nord dell’europa. Rivoluzionando l’approccio alla natura, ripresa ora direttamente in piena aria, muniti di piccoli ombrelli e cartelle sotto il braccio, hanno, utilizzando fogli di carta di pochi centimentri dipinti ad olio, rinnovato strumenti di lavoro e tecniche. Ci hanno lasciato piccoli componimenti di squisita poesia, perché la motivazione che li sosteneva nel lavoro, altro non era che l’amore smisurato per quella natura ancora pura e intatta, che il lavoro dell’uomo addolciva e mai contraddiceva. Un paesaggio straordinario capace di muovere i sentimenti più profondi. Tutto questo non c’è più, cara Dorrit, ma il fatto che tu abbia saputo con naturalezza e spigliata sensibilità cogliere ancora la forza insita nei colori e nel disporsi geometrico delle linee del paesaggio che si dispiega appena fuori la grande città, conferma che possiamo ancora afferrare gli stimoli che la natura amorevolmente ci propone, a patto di farlo, ma solo pochi ne sono capaci, come andando ad una festa, con cuore leggero e sorridendo.

Thomas Jones

Anonimo ha detto...

Ho trovato molto gradevole la descrizione della nostra cara Italia, dal punto di vista naturalistico e metereologico e sono d'accordo con te nell' aggiungere come tutto corre...alla sua fine...come una festa.. Non si può dire lo stesso per quel che riguarda l'aspetto sociale e politico di questa nostra Italia. Corre, sì, verso la sua fine come in una festa, ma purtroppo di questa festa ne usufruiscono pochi, mentre la maggior parte la subisce, "come se dice a Roma: la festa gliela fanno".
Uno di quelli a cui fanno la festa.

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit,
t'invidio.
Scusa il modo brusco con cui inizio, ma mi è venuto dal cuore ed è, devo precisare, un'invidia tutta positiva.Mi spiego: la mia invidia nasce dal fatto che tu riesci ancora a seguire l'alternarsi dei fenomeni atmosferici e ne sai cogliere l'aspetto più idilliaco. Io, purtroppo, non riesco più a rendermene conto, se non per i fastidi che qualche volta essi portano con sè. Sicuramente sarai molto giovane. Guardandomi intorno, io vedo solo le brutture che ci sovrastano, a causa del malcostume e del malgoverno a cui siamo sottoposti. Spero di riuscire a ritornare a rivedere il mondo con un occhio simile al tuo.
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