sabato 16 maggio 2009

Gran Torino



Una rivoluzione piccola sembra infine realizzarsi.
Per gli americani, le nostre utilitarie erano uno scherzo, un giocattolo un po’ come Pinocchio, oppure qualcosa di molto esotico. Loro, il grande Paese, con le sterminate high way, hanno sempre pensato le quattro ruote in formato extralarge.
Riconoscevano, però la nostra intraprendenza – come apprezzarono Cinecittà - e la Gran Torino della Ford fu un omaggio, ma mai si sarebbero immaginati di dover riconoscere che piccolo è bello, e soprattutto conveniente, anche per loro.
La macchina a idrogeno rimane in cantiere, qualcuno dubita che sia una bufala; la macchina elettrica è pronta ma non parte, addirittura è troppo silenziosa. Intanto i giocattolai di Torino hanno preparato pure la Panda a metano. Dovremo perciò accontentarci della rivoluzione in piccolo, sempre che Obama, Marchionne e i consumatori americani riescano ad andare d’accordo.
Sarà allora una vera riconversione industriale per il motore americano. Qualcosa che cambia, che si adegua ai tempi nuovi, più difficili.
Certo potremmo anche pensare un mondo diverso, proprio con meno macchine, ma ciò non vieta di considerare la piccola riconversione americana un segno positivo di duttilità, interscambio, direi d’evoluzione, all’interno del villaggio globale.
Intanto c’è l’odierna manifestazione a Torino sull’occupazione, la paura che si chiudano gli stabilimenti, ma la Fiat ha sempre saputo riprendersi. E questo fa ben sperare anche in quest’occasione: che le opportunità offerte stranamente proprio dalla crisi internazionale non contrasteranno con il bene dei lavoratori italiani, affinché si realizzi nuovamente una gran Torino.

1 commento:

lampada ha detto...

Cara Dorrit,
il titolo che hai usato per questo scritto mi fa venire la voglia di cambiare argomento, lasciarmi alle spalle le macchine vere e proprie e e riallacciarmi, invece, al film omonimo, che si può ancora vedere nelle nostre sale e che ha riscosso tanto successo. Riprendo anche una frase del tuo post: qualcosa che cambia, che si adegua ai tempi nuovi, più difficili. Se conosci la trama del film, hai capito quello a cui mi riferisco, forse più importante del problema della macchina: il cambiamento che dovrebbe nascere e svilupparsi nei rapporti tra gli uomini, condizione essenziale perchè la vita umana sulla terra raggiunga un valido grado di dignità e di rispetto nei rapporti interpersonali tra gli uomini. Un saluto
Lampada

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