lunedì 9 febbraio 2009

Dall’America all’Italia. (Lo stato delle cose)



Mi è stato chiesto di confrontare le ultime vicende nel nostro Paese “con le speranze che il Governo di Obama ha destato in molti di noi”.

Intanto non mi è piaciuto lo sbarramento al quattro per cento della nuova legge elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo. Va be’ che ci sono paesi europei come Inghilterra e Germania che hanno uno sbarramento più alto, ma prendiamo l’Inghilterra: lì ci sono di fatto solo due partiti! Mentre da noi il fatto è proprio la frammentazione politica, l’esistenza di molti piccoli partiti. E’ giusto – è democratico ? – tagliarli fuori con una legge elettorale o la loro scomparsa, se è auspicabile, non dovrebbe avvenire “naturalmente” nell’evoluzione della politica?
La frammentarietà politica, del resto, sembra, anche a guardare indietro nella nostra storia, un dato insopprimibile, che riemerge appena totalitarismi o influenze straniere vengono meno. Una folla di partitini, con i simboli più stravaganti, era rifiorita in Italia proprio a seguito del venir meno dei due grandi partiti storici del Novecento, che si erano fronteggiati fino al crollo del muro di Berlino del 1989. I partitini sembrano ancora corrispondere a quelli che Machiavelli, ai suoi tempi, chiamava gli spicciolati della politica italiana. Né si può dimenticare che tra questi piccoli partiti si trovano oggi quelli della sinistra massimalista - uno dei quali fino a ieri così piccolo non era - di cui forse in Parlamento, sia al governo che all’opposizione, ci si vuol più rapidamente liberare; che tra questi piccoli partiti vi sono quelli che attualmente fanno un'opposizione più dura al governo.
Il ripristino della messa in latino è stato uno dei primi segni di un ritorno al passato dentro il Vaticano. L’età giovannea, con il Concilio Vaticano II fu un grande momento di rinnovamento che si attuò in molte forme. Tra queste fu fondamentale la scelta della liturgia in italiano. Gli antichi altari furono abbandonati, per costruirne di nuovi rivolti all’assemblea dei fedeli, perché ogni atto che compie il sacerdote fosse visto e compreso. Nelle parrocchie si spiegava ai fedeli perché la Messa cambiava, e come l’introduzione della lingua corrente dovesse contribuire alla comprensione dei diversi momenti liturgici, anche complessi e altamente simbolici, della Celebrazione. Quello che mutava era il rapporto tra la Chiesa e i Fedeli non solo perché la prima che sceglieva di rivolgersi finalmente a credenti consapevoli e responsabili ma perché li sollevava a co-Celebranti. Si potrebbe dire una nuova democrazia anche dentro la religione!
Anche la recentissima riammissione dei vescovi lefebvriani che non accettarono il Concilio Vaticano II, è un altro forte segnale, e questo nonostante quello che costoro pensano del nazismo e della Shoah. C’è stato un momento, prima che le critiche si levassero da molte parti, in cui la riammissione di questi vescovi scismatici e la condanna della negazione dello sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti sono state, nelle affermazioni del Pontefice, su due binari separati che non s’incontravano.
Il ritorno al passato dentro il Vaticano, congiunturalmente, trova un riscontro nell’attuale leadership politica che governa in Italia. Quando la difesa della vita umana si focalizza, piuttosto che sulla guerra, le condizioni di povertà, d’ingiustizie e i delitti, sui casi più speciosi in cui è veramente difficile definire la vita, come nel caso degli embrioni, e di situazioni-limite, come anni e anni di vita vegetativa, essa può diventare strumentale al fine di comandare sulle coscienze. Lo Stato, la res pubblica, è chiamato a regolare e a stabilire il confine tra ciò che compete ad una saggia amministrazione e le coscienze individuali. Lo Stato, nell’espressione della nostra Costituzione, si è rivelato perciò il bersaglio ultimo delle polemiche accese di questi giorni. Ma la nostra Costituzione non è stata dettata dall’Unione Sovietica!!! E’ stata il frutto dell’unità nazionale creatasi all’indomani del disastro della guerra. E i nostri padri fondatori hanno saputo inserirvi le basi della sua salvaguardia: per modificarla con cambiamenti importanti occorre una grande maggioranza del Parlamento, occorre cioè che nel volerla modificare si esprima ancora un’unità del Paese!

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