sabato 9 febbraio 2008

Breve riflessione tra Leoni e Agnelli



Come succede nei momenti di crisi, siamo troppo concentrati in noi stessi: la crisi dell’Italia, la crisi della politica, con i link correlati della casta, l’antipolitica e le diseguaglianze sociali.
Sul tutto aleggiando un nuovo atipico diluvio universale, quello della monnezza, che è piovuta a Napoli.
Quest’inclinazione è destinata a mantenersi ed a crescere, visto che dopo ventidue mesi di legislatura rieccoci in campagna elettorale, per la quale, al primissimo momento, le novità e le priorità si stanno concentrando, significativamente, sugli schieramenti, piuttosto che sulle idee e sulle aspirazioni.
Così il nostro sguardo sull’America, che regge le sorti del mondo, si è un po’ appannato, ravvivandosi da ultimo per l’avvenimento delle primarie.
In una conversazione ho ascoltato un giovane dire che l’America è così importante e decisiva per il mondo che tutti dovremmo partecipare alle sue elezioni. Ho pensato che in fondo siamo provincie dell’impero, che ad un certo punto Roma diede la cittadinanza alle provincie. E Roma è una metafora che piace agli americani: “ Roma brucia!”, dice nel college californiano il professore-Redford per scuotere il giovane che gli era apparso subito promettente, e che invece ha visto avviarsi sulla china della de-responsabilizzazione rispetto a quella dell’impegno.
L’ultima fatica cinematografica di Robert Redford, Leoni per Agnelli, si sviluppa lungo quattro interfaccia in sequenza parallela: nel college dove si confrontano professore e studente, sui valori, l’aspirazione e l’impegno; nello studio del senatore, dove la politica che decide è alle prese con la giornalista, cioè l’informazione; nella sede della rete televisiva dove la giornalista si confronta col suo capo, cioè la società che recepisce e si assume il compito di comunicare interroga se stessa nei suoi rapporti con la politica; il campo di guerra, cui arrivano gli ordini da eseguire, con la storia particolare del sacrificio di due volontari.
Anche l’America, dunque, è in crisi profonda: crisi politica, di giudizio, d’ispirazione ed aspirazioni. Ma l’America è un grande Paese, è stata la terra promessa, e se qualcosa, che sale dalla gente, si metterà in movimento, sarà un’onda lunga che ci coinvolgerà tutti.

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