lunedì 5 ottobre 2009

D'Artagnan e Porthos, gli antenati letterari di Asterix e Obelix

Mi mette sull’avviso, in Vent'anni dopo, il fatto che quando Athos e Aramis, sulle tracce di D’Artagnan e Porthos interrogano l’oste che infine li ha veduti, e come poi dirà ha assistito al loro arresto, questi fa vedere loro un troncone della lama di una spada che Athos riconosce per quella di D’Artagnan:
"Del grande o del piccolo?"
domanda l’oste. E siccome Athos risponde ch’è del piccolo il riconoscimento è fatto. Dunque la coppia D’Artagnan e Porthos si caratterizza come il grande e il piccolo.

Altre peripezie e ritroviamo da vicino D’Artagnan e Porthos, prigionieri nel castello di Rueil. La descrizione del loro comportamento in cella e di come ne vengono fuori, insieme al ricordo che erano stati identificati dall’oste come il grande e il piccolo: queste cose tutto ad un tratto mi fanno pensare ad Asterix e Obelix!
La scena si apre con D’Artagnan che passeggia come una tigre in gabbia e Porthos riposa dopo aver abbondantemente mangiato:
"L’uno pareva privo di ragione, e invece meditava; l’altro sembrava meditare profondamente, e invece dormiva. Soltanto il suo sonno era un incubo, il che poteva essere intuito dal modo disordinato e ostinato con quale ronfava."
D’Artagnan induce alla conversazione Porthos: ha contato le ore passate da quando sono stati fatti prigionieri; Porthos risponde che potrebbero andarsene quando vogliono, basterebbe sfondare la porta o staccare una sbarra dalla finestra, togliere le armi alle sentinelle che arrivano… Insomma Porhos è convinto che possano andarsene con facilità quando vogliono. D’Artagnan gli risponde che non si può fare così semplicemente, prima ci vuole un’idea. Dovendo pazientare, Porthos ammette che in fondo non li tengono tanto male tranne una cosa:
Avete osservato, D’Artagnan, che ci hanno dato montone brasato per tre giorni di seguito?
Poi D’Artagnan trova un pian d’azione. E’ esilarante il loro dialogare mentre escono dalla cella, con Porthos che piega come niente due sbarre dell’inferriata della finestra, le toglie e tira su per il collo la sentinella svizzera attirata.

L’astuzia di D’Artagnan e la forza smisurata insieme con l’interesse per il cibo di Porthos, la facilità prevista dell’evasione e il ritardarne l’attuazione, la noncuranza e lo scherzare mentre abbattono i nemici, come fanno Asterix e Obelix, nelle loro storie, con i romani: secondo me le somiglianze sono sorprendenti. Evidentemente c'è nell’immaginario francese questo tipo di coppia, radicata da molto tempo, ed è già nella penna di Dumas.

3 commenti:

pp ha detto...

Che ne dici di considerare i moschettieri anche gli antenati letterari dei fedeli difensori del nostro caro Premier, che ci sventagliano continuamente con le loro cappe verbali e ci pungono con le loro lingue affilate?
pp

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit, se permetti, mi riallaccio al tio blog ed al commento ad esso seguito. Io aggiungerei anche una frase famosa del romanzo:Uno oer tutti, tutti per uno. Credo che calzi perfettamente con il suddetto commento.

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit, hai dimentiucato che anche i nostri moschettieri hanno due illustri antenati, sempre nella letteratura francese: il loro padre è un altro grande scrittore e precisamente RABELAIS, (1494/1553, che in un suo romanzo ci racconta le vicissitudini di una strana coppia, similmente assortita, due giganti, il padre, Gargantua, un uomo d'arme sempre vittorioso; il figlio, Pantagruel, gran mangiatore e bevitore.

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