sabato 18 luglio 2009

La questione meridionale si riaccende: il divario tra Nord e Sud aumenta con la crisi

E’stato pubblicato il rapporto 2009 della Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno che ha suscitato la sollecitazione del Presidente Napolitano: - Le istituzioni facciano di più.

Si legge tra l’altro in questo documento, scaricabile da Internet:

“In base a valutazioni SVIMEZ nel 2008 il Pil ha segnato nel
Mezzogiorno -1,1%. Ormai da sette anni consecutivi il Sud cresce meno del Centro-
Nord, cosa che non è mai successa dal dopoguerra a oggi.”

“Caso unico in Europa, l’Italia continua a presentarsi come un Paese
spaccato in due sul fronte migratorio: a un Centro-Nord che attira e smista flussi al suo
interno corrisponde un Sud che espelle giovani e manodopera senza rimpiazzarla con pensionati, stranieri o individui provenienti da altre regioni. Le campagne meridionali si
spopolano, ma non a vantaggio delle vicine aree urbane.
I posti di lavoro del Mezzogiorno sono in numero assai inferiore a quello degli occupati.
Ed è la carenza di domanda di figure professionali di livello medio-alto a costituire la
principale spinta all’emigrazione.
Tra il 1997 e il 2008 circa 700mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno.”

Il mezzogiorno d’Italia prende come area sottosviluppata fondi dall’Europa. Il governo italiano da parte sua ha tagliato i fondi che a sua volta vi destina. Si legge nello Svimez:

“I tagli al Fas –Il finanziamento delle misure anti crisi economica in Italia è stato
garantito spostando su quest’obiettivo risorse già presenti nel bilancio alle quali era
stata data inizialmente una diversa finalità. In particolare ricorrendo a quelle
destinate alle aree meridionali attraverso il Fondo Aree Sotto Utilizzate, che sono
state spostate su obiettivi oggi considerati prioritari per rilanciare l’economia, dalle
grandi opere pubbliche, perché i cantieri hanno una funzione anticiclica, agli interventi
per attutire l’impatto della perdita di posti di lavoro.”

La conclusione è che questa redistribuzione dei fondi per il mezzogiorno di fatto favorisce il centro-nord già più ricco:

“Cosa dice la Svimez – Con i decreti anticrisi, una percentuale significativa delle risorse
FAS è stata stanziata su altri fondi. L’area meridionale si trova pertanto a competere,
in termini di capacità di assorbimento, con le aree a più alto tasso di sviluppo del Paese
che riescono ad attivare una più efficiente programmazione di spesa e più elevati livelli
di progettualità.

Emerge con evidenza, una configurazione di “non neutralità” delle crisi che rischia di
dare luogo ad una tendenza alla redistribuzione delle risorse a favore delle aree più
forti che potrebbe perdurare anche oltre la fase congiunturale.”

Insomma quello che abbiamo già osservato in altre occasioni, che con la crisi i ricchi tendono a diventare più ricchi e i poveri sempre più poveri, vale quanto mai nel rapporto tra nord e sud del Paese. E ancora dobbiamo vedere gli effetti del federalismo fiscale da applicare, una legge appoggiata anche a sinistra! Mi chiedo come si possa accettare una tale legge avendo una così vasta area del paese in tali condizioni economiche, riconosciute dall’Europa che ci dà per esse cospicui finanziamenti.
Dopo essere stati rintronati dalla questione settentrionale dei ricchi del nordest e del nordovest sarà molto più serio tornare alla questione meridionale.


Incisione di Domenico Faro

La questione meridionale s’è posta fin dall’inizio, con l’unificazione del Paese, stante il divario economico e sociale tra il nord e il sud che si riunivano. E subito ci fu Bronte, e poi ci sarebbe stato Portella della Ginestra: le proteste contadine, le forme di associazione sindacale represse nel sangue. Il meridione, la Sicilia in particolare, poteva ben restare arretrato, funzionale al nord che s’industrializzava: “ ottimo mercato dei prodotti industriali e nello stesso tempo una preziosa riserva della reazione italiana” – osservava Leonardo Sciascia. In questo disegno la mafia si è infine sostituita ai baroni nel patto scellerato che ha condannato il nostro mezzogiorno, ramificandosi però anche fuori di esso; epigoni ‘ndrangheta e camorra. A mio avviso non è pensabile che i meridionali possano da soli liberarsi dal morso della criminalità organizzata che oggi è il principale ostacolo al loro sviluppo economico. E’ tutto il Paese ormai che va bonificato. Per questo penso che le iniziative delle Liste Civiche e di Parlamento Pulito che sono venute in mente a Beppe Grillo e su cui insiste anche Antonio di Pietro siano buone per cominciare dal basso a rinnovare il Paese e con esso il meridione.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo è un problema annoso, vecchio come il cucco, che l'Italia si porta dietro da secoli e non sarà di certo risolto dalla Lega. Ti sto scrivendo col portatile. E' il primo scritto che faccio.
Lacchera

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit,
hai sollevato un problema veramente, io credo, irrisolvibile. Credo che non convenga a buona parte della nostra cara Patria. Tanto per farti un piccolo esempio, che c'entra relativamente col problema del Sud, ma dimostra il modo di procedere del nostro attuale governo, che alcuni fondi pubblici. destinati alla pubblicità sui mass-media, Tv, giornali, ecc. sono stati quasi tutti dirottati verso le reti mediaset e quasi niente ai giornali. Se questo è il modo di procedere attuale, pensi che si voglia cambiare pagina alla vita del meridione?
Anzi, tra poco, anche i meridionali, secondo me, saranno
trattati come gli extracomunitari. E' di oggi la notizia, che una madre napoletana, trasferitasi in una città del nord-est, ha dovuto far cambiare scuola al figlio, perchè per tutto l'anno era stato dileggiato dai compagni e preso di mira dagli insegnanti, soltanto perchè era napoletano.
un meridionale

Anonimo ha detto...

Cara amica,
nel leggere quello che scrivi penso di poterti definire tale, in quanto le nostre idee sono molto simili. Sono un siciliano e mi piange sempre il cuore nel sentir parlare mare della mia isola, ma è una verità. Oggi, al telegiornale è stato detto che il famoso caffè di Via Veneto, il "Cafè de Paris", dove tante volte ho sorseggiato un'ottima tazza di caffè, è anch'esso in mano ad alcune cosche, e con esso tanti altri esercizi famosi della Capitale. Com'è pssibile questo, senza connivenze in alto loco? Non aggiungo altro.
un siciliano triste.

pp ha detto...

Cara Dorrit,
per aggiungere altre notizie al tuo blog, è di oggi la notizia che gli aquilani (anche essi sono parte del Sud), stanno ricevendo tutte insieme le famose tasse da cui erano stati esonerati e che forse serviranno alla ricostruzione delle loro nuove case Non so se sia una notizia falsa, ma è stata trasmessa oggi dalla tv,
pp

Anonimo ha detto...

Cara Dorrit,
dal giornale di oggi:
ultima tranche de9 Fondi comunitari Fas (fondi per le aree sottoutilizzate):52,8 miliardi, così ripartiti dal governo:1%10per il centro-nord, meno della metà per il Sud, a cui dovrebbero andare quasi tutti, e più della metà come quota nazionale, senza una chiar specificazione.
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