
Quest’analisi, secondo noi, è smentita da un lato dai fatti: il rispetto, il dialogo e l’incontro, il rinsaldarsi nel pericolo come in questa crisi economica, non si sono mai effettivamente realizzati.
Dall’altro lato, non secondario, non si vedono nella destra che sostiene il governo Berlusconi quei caratteri di attaccamento alla Costituzione - che ogni giorno di soppiatto si provano a cambiare questo o quell’articolo - alla nazione, con il preponderante secessionismo dei leghisti, e di tutela dello stato sociale che alla destra legittimata e storica devono competere. Molto probabilmente questa ipotetica destra rinnovata è uscita decimata dalla finestra con Gianfranco Fini.
Sulla destra berlusconiana pendono invece i lacci di quell’Italia occulta, che si avvale dell’apporto della criminalità organizzata, con cui non teme di patteggiare, che pretende d’indirizzare il paese nell’ombra e perciò inficia e blocca la nostra democrazia.
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