
Questo capitalismo però è ora entrato in una fase di crisi acuta, affrettata e ancor più accentuata da una scellerata speculazione finanziaria. Crisi tali però sono previste dagli esperti che conoscono le pecche del sistema e sanno che allora occorre immettere dall’esterno dei correttivi, come una certa redistribuzione della ricchezza in senso contrario a quella attiva dentro il sistema; insomma ricordarsi dell’ingiustizia per correggere la libertà - eccessiva - del mercato. Perché alla fine sembra che questa libertà vada sempre in una direzione contraria alla giustizia sociale, e dopo aver creato un certo benessere torni ad accumulare la ricchezza nelle mani di pochi e a far impoverire molti. La crisi “reale” sarebbe questa, che la gente non si ritrova più i soldi in tasca per consumare, quando il mondo intorno a lei è pieno di supermercati e negozi che straripano di merci. E questo è realmente assurdo, nel senso che ci siamo allontanati troppo dalla realtà delle cose.
Chissà se l’Africa è poi contemplata nella nuova sete di giustizia e di redistribuzione della ricchezza che sta percuotendo l’Occidente.
1 commento:
Riprendo l'ultima frase del tuo blog "chissà se l'Africa è contemplata...". Io vorrei sapere anche quale e quanta popolazione del mondo occidentale è compresa in questo mastodontico ed utopistico progetto di recupero della povertà e delle ingiustizie sociali!
Lacchera.
Posta un commento