Fu nel periodo protostorico, dalla fine del XIII alla prima metà dell’VIII secolo a.C., che le varie popolazioni presenti sulla Penisola, alcune autoctone, la maggior parte di ceppo indoeuropeo, quali Umbri, Latini, Sabini, Volsci, Equi, Sanniti etc, si vennero stabilizzando passando ad un’economia basata sull’agricoltura piuttosto che sulla pastorizia. La geografia, come abbiamo visto, fece sì che dentro lo stivale ognuno avesse la sua nicchia isolata. Si costruirono villaggi di capanne ed iniziò così il cammino verso l’urbanizzazione, contrassegnato dalla produzione delle ceramiche ed oggetti in bronzo.
Tra queste genti italiche i Piceni occuparono le Marche e l’Abruzzo settentrionale. Certamente i Piceni furono organizzati militarmente: essi ebbero una parte importante nelle guerre puniche, pur umiliati dai cartaginesi dopo la battaglia del Trasimeno, combatterono con i romani a Canne; lottarono contro Roma nella Lega italica per ottenere la cittadinanza romana. Ma molto prima che questi fatti accadessero i Piceni ci consegnarono, nel VI secolo, una delle maggiori espressioni dell’arte delle genti italiche qual è la statua del guerriero che proviene da Capestrano, vicino L’Aquila.

Il guerriero è più che a grandezza naturale, è monumentale, probabile statua funeraria. Siccome due sostegni di marmo lo puntellano sotto le ascelle esso rappresenta il defunto tenuto in piedi perché ancora faccia vanto di sé ed intimorisca. In questo restare in piedi c’è una sfida alla morte e alla corruzione, la ricerca di una conferma della dignità umana. Sono valori entrati a far parte della cultura e della civiltà romana, alle radici di quell’umanesimo che, anche se più volte tradito, ancora ci appartiene.
Oggi la gente dell’Aquila si trova in un momento difficile. Colpita dal terremoto, il suo centro storico è ancora coperto di macerie. Forse non si è capito cosa vuol dire il centro storico per un’antica città. E’ la civiltà e la vita civile cittadina, la memoria, l’identità e la dignità. E' il guerriero che resta in piedi per sempre perché non sia dimenticato.

2(continua)